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Il blog dello studio Uccioli

Articoli e consigli utili

Insieme per migliorare la tua vita e la tua igiene orale.


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26/Apr/2024

Care amiche, cari amici,

le novità in ambito odontoiatrico, ci permettono oggi di proporre per i piccoli pazienti dei trattamenti terapeutici capaci di intercettare la carie prima del suo manifestarsi; di approcciarsi a loro seguendo protocolli minimamente invasivi in grado quindi di trasformare l’evento odontoiatrico in un’esperienza positiva e divertente. Ho pertanto pensato di realizzare una serie di articoli che permettano, a coloro che siano interessati, di comprendere come, con un minimo impegno, sia possibile evitare la carie precoce. In tal modo i bambini potranno crescere con una bocca sana facendo propria  la “cultura” della prevenzione.

È molto importante preparare il nostro bambino alla prima visita nel modo migliore.

Odontoiatria pediatricaConsigli utili per una prima esperienza positiva:

  • Fissare l’appuntamento in giorni tranquilli, in cui il bambino non abbia altri impegni prima della visita dal dentista.
  • Far indossare un abbigliamento preferito al bambino; ciò potrebbe aumentare le aspettative per una piacevole esperienza.
  • Preparare il bambino alla visita come se fosse il primo giorno di scuola, con positività e serenità, ma soprattutto cercando di spiegare al bambino che il dentista è una figura amica.
  • Stare con il bambino durante la prima visita, mentre durante i futuri appuntamenti sarà lo staff dello studio ad accompagnarlo. In questo modo è più semplice creare un rapporto più stretto di fiducia tra dentista e bambino.
  • Effettuare la prima visita dal dentista quando il bambino non presenta alcun dolore in modo tale che sia un incontro piacevole e non diventi una situazione traumatica per il piccolo.

Inoltre, fissiamo la visita dal dentista lontano da altre visite mediche specialistiche, in quanto ciò potrebbe creare un approccio negativo. Evitiamo di dirgli  come comportarsi durante l’appuntamento. Non nominare parole che possano provocare una paura superflua come per esempio male e dolore. Nelle sedute successive, se il bambino dovrà essere sottoposto a cure dentali è preferibile sostituire termini come ago, puntura, siringa, trapano con espressioni particolari che hanno lo stesso significato, ma non spaventano il piccolo paziente ( trapano = elicottero, anestetico = goccine magiche).

Sviluppare un rapporto positivo con il dentista, fin da bambini, significa poter agire sulla prevenzione anziché sulla cura del cavo orale.

Il nostro obiettivo è quello di far vivere ai piccoli pazienti l’esperienza della visita dal dentista come un gioco da ricordare piacevolmente.


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26/Apr/2024

Senza privare troppo il bambino è fondamentale imporre ed insegnare l’importanza di una corretta igiene orale.

Fino alla fine dell’adolescenza si è maggiormente esposti al rischio di carie sia per fattori costituzionali (minore mineralizzazione dentale) che alimentari (maggior propensione al consumo di zuccheri). In giovane età è infatti più spiccata la sensibilità verso il sapore dolce, spinta ed amplificata dall’industria alimentare che propone cibi molto appetitosi ma anche molto zuccherati. Si calcola che entro i 6 anni di età , quasi i due terzi dei bambini sviluppino almeno una carie. Il genitore può cercare di educare il palato del figlio diminuendo il contenuto di zucchero negli alimenti fatti in casa. In ogni caso, senza privare troppo il bambino, è fondamentale imporre ed insegnare l’importanza di una corretta igiene orale.

Abituare il palato

Anche la sensibilità e la preferenza al gusto del dolce o del salato può essere educata. Tale processo avviene generalmente in maniera spontanea con l’avanzare dell’età. Non a caso, dati alla mano, dopo i quarant’anni la probabilità di sviluppare la carie diminuisce.

Anche l’acqua può aiutare

Alcuni comuni Italiani hanno avuto la brillante idea di aggiungere fluoro all’acqua potabile. Questo minerale ha un’azione protettiva sulla dentatura poiché insieme al calcio forma una sostanza molto resistente, che si deposita come una patina sulla superficie del dente difendendolo dagli attacchi esterni. Il te, i cereali e gli alimenti di origine marina sono ottime fonti di fluoro. Bisogna tuttavia fare attenzione a non abusarne, poiché un  suo eccesso (fluorosi) può essere dannoso quanto, o forse più, di un suo difetto. Per questo motivo l’opportunità di aggiungere fluoro all’acqua minerale è piuttosto controversa.

Mastica che ti fa bene

La mineralizzazione dei denti è stimolata dalle sollecitazioni meccaniche della masticazione. Al giorno d’oggi tra succhi, tisane, minestre e frullati gli stimoli sui denti sono inferiori rispetto al passato. Soprattutto nel periodo della crescita è quindi opportuno allenare la masticazione, sia per rafforzare i denti, sia per migliorare la funzionalità masticatoria.
Anche se le gomme da masticare non possono e non devono sostituire la pulizia dei denti con spazzolino e filo interdentale possono comunque avere una certa utilità della prevenzione della carie. Da preferire quelle contenenti sostanze protettive come il fluoro o lo xilitolo, ovviamente da evitare tutte quelle contenenti zucchero. La masticazione del chewingum stimola la produzione di saliva che, come sappiamo, contiene sostanze antibatteriche e stimola il riequilibrio del pH orale alcalinizzandolo.

Cibi amici del sorriso

FruttaQuali sono i cibi che non dovrebbero mai mancare sulla tavola per mantenere intatti la bellezza e il benessere del sorriso? Innanzitutto latte e derivati che, per il loro elevato contenuto in calcio, proteggono la salute dei denti, la cui struttura è prevalentemente composta proprio da questo minerale. L’importante è avere l’accortezza di ricorrere allo spazzolino dopo il consumo per eliminare i residui di lattosio, zucchero che si deposita sullo smalto e alimenta la flora batterica del cavo orale. Via libera anche alle verdure a foglia larga, come bieta e spinaci, e insalata, che stimolano la salivazione e aiutano a pulire la bocca. Allo stesso scopo è molto utile la frutta croccante e ricca di fibre, come la mela, oltre ai frutti di bosco che contengono sostanze antibatteriche capaci di ridurre i depositi di placca dell’80% (purché assunti senza zucchero). Sedano e carote sono uno snack ‘spezza fame’ adatto alla stagione calda: idratano e al tempo stesso eliminano la placca, mentre ravanelli, pomodori, crescione e ciliegie contengono fluoro che rinforza lo smalto dentario. Per quel che riguarda le proteine, si tratta di composti fondamentali per le strutture di sostegno della bocca: la carne bianca, il pesce e i legumi, in particolare i fagioli, contengono ferro e magnesio utili alla salute di denti e gengive, mentre sul fronte carboidrati è bene prediligere quelli integrali, che richiedono una masticazione più lunga rispetto a quella necessaria per i prodotti raffinati. Anche un bicchiere di vino rosso a pasto aiuta a tenere in forma il sorriso: i polifenoli di cui è ricco sono in grado di inibire la capacità dei batteri di aderire alla superficie dentale.


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26/Apr/2024

Mangiare in modo scorretto può generare carie ed esporre a patologie gengivali di diversa gravità, che possono arrivare fino alla perdita dei denti.

Mangiamo, infatti, una media di quattro volte al giorno, senza sapere che ogni pasto, per quanto ridotto, espone la dentatura a ripetute minacce.

Zucchero e Carie

La carie non è altro che un’infezione provocata da alcuni microrganismi che popolano il cavo orale. Dal momento che lo sviluppo e la proliferazione di questi batteri è favorito dai residui di cibo che rimangono negli interstizi tra i denti, è importante associare ad una corretta igiene orale un’alimentazione adeguata. Per capire quali siano gli alimenti consentiti e quelli da consumare con moderazione occorre innanzitutto aver ben presente il meccanismo di formazione della carie: i batteri vivono in colonie situate sulla parete esterna dei denti, formando la cosiddetta placca batterica.

Come tutti gli organismi viventi anche i batteri hanno bisogno di cibo per sopravvivere. Per questo motivo trovano terreno fertile nei residui alimentari che rimangono tra i denti. In particolare le sostanze nutritive preferite dai batteri sono gli zuccheri che vengono utilizzati e trasformati in acido lattico, un prodotto di rifiuto in grado di intaccare lo smalto dentale e causare il processo carioso.

Gli alimenti zuccherini hanno pertanto un ruolo determinante nella formazione della carie. Maggiore sarà la permanenza di questi cibi nel cavo orale e maggiore sarà il rischio di sviluppare tale patologia.

Limitare il consumo di zuccheri

Gli zuccheri più cariogeni sono quelli semplici, come il saccarosio, il glucosio ed i derivati industriali. Tuttavia non è sufficiente limitare l’assunzione diretta di zucchero per prevenire la carie. Oggi, infatti, il saccarosio è diventato l’ingrediente fondamentale di molti alimenti. Si trova nelle bibite, nei dolciumi, nelle pastine, e persino nei cereali per la prima colazione. La limitazione del consumo di dolcificanti è quindi un fattore poco controllabile.

Non solo zuccheri

Se è vero che gli zuccheri semplici vengono rapidamente utilizzati dalla flora batterica è altrettanto vero che gli alimenti contenenti carboidrati complessi possono essere ugualmente pericolosi. Secondo le ultime ricerche sembra infatti che sia più importante il tempo di permanenza del cibo all’interno della bocca rispetto alla quantità di zucchero in esso contenuta.

Gli alimenti zuccherini possono quindi essere consumati con una certa libertà a condizione che siano seguiti da un’adeguata pulizia orale. È inoltre molto importante che l’alimentazione sia bilanciata e che apporti tutte le vitamine ed i minerali necessari a garantire la salute dei tessuti dentari (calcio, magnesio fluoro e fosforo in primis).

Evitare gli alimenti “appicicosi”

Gli alimenti zuccherini che tendono ad attaccarsi ai denti come il caramello sono molto pericolosi perché, permangono più a lungo all’interno del cavo orale esponendo i denti all’attacco degli acidi.

La cattiva abitudine di succhiare caramelle o cioccolatini tra un pasto e l’altro è uno dei maggiori fattori di rischio, sia perché in questo modo aumentano i tempi di permanenza degli zuccheri nella bocca, sia perché difficilmente sono seguiti da un’adeguata igiene orale.
In natura esistono degli zuccheri con potere cariogeno molto basso o addirittura assente, altri vengono invece riprodotti in laboratorio dall’uomo.

Tra i più diffusi è bene ricordare il fruttosio ed i polialcoli.  Questi ultimi hanno tra l’altro un potere calorico inferiore allo zucchero, ed allontanano il pericolo di diabete e sovrappeso. Non sono tossici ma se consumati in eccesso hanno un effetto lassativo.

Curiosamente alcuni di questi dolcificanti espletano addirittura un’azione positiva sull’igiene orale. Pensiamo, ad esempio, allo xilitolo che con la sua forte attività antibatterica è in grado di previene la carie.


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26/Apr/2024

PrevenzioneIl peggiore nemico dei denti è la placca batterica che causa la carie: una corrosione dello smalto e della dentina che distrugge gradualmente la struttura dentaria.

È necessario quindi prevenire il processo carioso il più precocemente possibile. Il cavo orale del bambino alla nascita è privo di germi (germ free) e saranno proprio le persone a lui più vicine a trasmettergli le colonie batteriche che colonizzeranno la sua bocca.

Il primo passo quindi della prevenzione è fare in modo che le persone vicine al bambino abbiano buoni livelli di igiene orale. Altro pilastro importante è l’alimentazione: bisogna sempre dare la preferenza a cibi naturali da masticare capaci di stimolare la secrezione salivare e che non abbiano contenuti di zuccheri. Anche le abitudini viziate andrebbero eliminate con riferimento specifico al biberon e al ciuccio che, se da una parte danno sollievo ai genitori perché tranquillizzano i propri bambini, dall’altra creano danni al sistema stomatognatico del piccolo creando carie, malformazioni delle arcate dentarie e alterazioni respiratorie.

PrevenzioneUna corretta igiene orale comincia e continua soprattutto tra le mura domestiche, dove il bambino,  deve trovare nei genitori dei validi tutor per la salute del suo cavo orale. Saranno questi ultimi quindi a dover seguire dei piccoli consigli affinché l’approccio del figlio nei confronti dei presidi odontoiatrici sia il meno traumatico possibile e possa trasformarsi in una buona abitudine.

È possibile, attraverso l’esame salivare, sapere se il piccolo paziente è più o meno predisposto ad ammalare di carie: questo ci dà la possibilità di impostare per i bambini più a rischio dei protocolli di prevenzione che permettano di limitare l’azione della carie e di proteggere il paziente fino alla maggiore età.


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26/Apr/2024

La ricerca del benessere fisico e psichico non può prescindere dall’alternanza sonno-veglia

La scoperta dell’orologio biologico è di Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, i vincitori del premio Nobel 2017 per la fisiologia e medicina, che portano a casa il prestigioso riconoscimento per aver fatto luce sui meccanismi che controllano i ritmi del sonno e della veglia (ritmi circadiani).

Utilizzando i moscerini della frutta come organismo modello, gli scienziati sono riusciti a isolare un gene che regola il normale ritmo biologico quotidiano. Hanno dimostrato che questo gene codifica una proteina che si accumula nelle cellule durante la notte, mentre viene poi degradata durante il giorno. Nell’uomo tutto questo avviene con una enorme precisione: il nostro orologio interno adatta la nostra fisiologia alle diverse fasi della giornata, regolando funzioni critiche come i livelli ormonali, il sonno, la temperatura corporea e il metabolismo.

Lo sfasamento tra lo stile di vita e il “nostro orologio” si associa spesso a problemi di salute considerato che questo “ticchettio” interno contribuisce a regolare non solo il sonno, ma anche l’orario e la quantità dei pasti, il rilascio di ormoni e la pressione sanguigna.

La ricerca del benessere fisico e psichico non può prescindere, quindi, dalla conduzione di uno stile di vita sano che tenga conto, oltre a tutto il resto, anche dell’alternanza sonno-veglia fondamentale per il nostro equilibrio.


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26/Apr/2024

I biomateriali permettono una riparazione ossea

L’estrazione di un dente comporta sempre una perdita di sostanza ossea che può essere reintegrata utilizzando o osso autologo (cioè del paziente) o materiali di diversa natura.

  1. Meccanismi di riparazione ossea

I biomateriali permettono una riparazione ossea utilizzando, in modo più o meno efficace, l’osteogenesi, l’osteoinduzione e l’osteoconduzione. Per osteogenesi intendiamo la formazione di nuovo osso da parte delle cellule vitali, prevalentemente osteoblasti, presenti nell’innesto. È promossa da ogni innesto osseo vitale. L’osteoinduzione è la trasformazione (differenziazione) di cellule mesenchimali totipotenti in cellule condrogeniche od osteogeniche dopo loro esposizione a svariati fattori, i più conosciuti dei quali dei quali sono le BMP (proteine morfogenetiche). Tali molecole vengono rilasciate dalla stessa componente cellulare dell’osso, e vengono distinti in fattori osteoinduttivi (differenziano in osteoblasti le cellule totipotenti) e in fattori di crescita (stimolano la proliferazione di cellule già differenziate).

 

  1. Vantaggi e limiti dell’osso autologo

L’osso autologo resta tuttora il materiale di prima scelta nella chirurgia ricostruttiva dei difetti ossei, sia in campo maxillo-facciale che odontoiatrico. È infatti l’unico “materiale” a promuovere tutti e tre i meccanismi di riparazione citati. Un altro vantaggio dell’osso autologo è quello della sua assoluta ed intrinseca biocompatibilità: gli alloinnesti ed i xenoinnesti presentano antigeni di istocompatibilità diversi da quelli dell’organismo ricevente, e questo comporta (più sul piano teorico che su quello pratico) problemi di carattere immunitario. Infine ricordiamo una resistenza ad eventuali complicanze postoperatorie superiore a quella di qualunque biomateriale.

I limiti sono legati in primo luogo alla necessità di un secondo intervento per il prelievo, e quindi alla aumentata morbilità (dolore, emorragie, rischio di infezioni, relativamente alla sede del prelievo). In secondo luogo la quantità di materiale disponibile è limitata (soprattutto con i prelievi in sede endorale).

Biomateriali 

È definito biomateriale ogni sostanza destinata ad essere messa in contatto con i tessuti viventi e/o i fluidi biologici per mantenere o modificare le forme o per rimpiazzare ogni tessuto, organo o funzione del corpo.

In chirurgia odontoiatrica i biomateriali permettono buoni risultati clinici, con gli unici dubbi legati alla morfologia del legamento rigenerato. In linea di massima i materiali più utilizzati (osso mineralizzato eterologo, HA, beta-TCP, biovetri) possono essere considerati una buona alternativa all’osso autologo, eventualmente associati a membrane, e con percentuali maggiori di successo nelle lesioni più ritentive. 

In chirurgia preimplantare (in particolare aumenti di cresta e rialzi di seno) l’osso autologo rimane invece il materiale di prima scelta. L’utilizzo dei soli biomateriali in grossi volumi è attualmente da escludersi, salvo associarli ad osso autologo (o materiale osteoinduttivo). La prognosi del successo implantare in zone rigenerate esclusivamente da biomateriali è tuttora poco prevedibile, e questo va attribuito alle caratteristiche biologiche e meccaniche di questi.

 


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26/Apr/2024

Il colore e la forma dei denti hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione

Il sorriso è una risorsa preziosa, esprime comunicatività e costituisce uno degli elementi fondamentali che influenzano in modo sostanziale la prima impressione che suscitiamo negli altri. Un sorriso sano, denti bianchi e splendenti, rappresentano nella percezione comune non solo il ‘bello’ ma anche il buono stato di salute di chi li sfoggia. Non c’è quindi da stupirsi se il trattamento di sbiancamento dentale sia diventato uno dei trattamenti estetici più diffusi.

I pazienti che ne fanno richiesta lo interpretano come una possibilità in più per rinnovare e ringiovanire la propria immagine, un mezzo per rafforzarla nei confronti delle persone con le quali quotidianamente interagiscono, sia in ambito sociale che lavorativo. All’odontoiatra è affidato il compito di facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, offrendo al paziente una serie di soluzioni e tecniche sempre meno invasive.

A tutt’oggi il colore e la forma dei denti hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione non verbale e da sempre vengono considerati non solo espressione dello stato di salute della persona, ma rispecchiano anche lo stato interiore. Già la civiltà romana aveva il culto dei denti bianchi, tanto che le donne patrizie usavano pulire i denti con tessuti imbevuti di composti  a base di urea.

Recenti e attendibili statistiche riportano che almeno il 50% della popolazione mondiale non è soddisfatto del colore e della forma dei propri denti, problema questo che impegna attualmente tutti gli operatori del settore odontoiatrico. Quotidianamente dentisti, odontotecnici ed igienisti dentali sono impegnati nel far fronte alle continue e pressanti richieste di estetica e cosmetica dei denti. Negli ultimi decenni si sono sviluppate e raffinate tecniche che hanno permesso di integrare e mimetizzare alla perfezione i restauri estetici nel contesto della dentatura, spesso ricreando anche piccoli difetti di forma e di colore per renderli più naturali. Oggi si assiste ad un fenomeno nuovo: la richiesta, in ogni fascia d’età, di denti bianchi sia su restauri artificiali che su denti naturali. Non solo non vengono più accettate le discromie localizzate o generalizzate che siano, ma viene richiesto nei denti l’eccesso del bianco come esaltazione di quell’eccezionale meccanismo di comunicazione che è il sorriso.

Discromie

Il colore dei denti è un fattore individuale e non è mai un bianco deciso, ad esempio come quello della porcellana. Il colore naturale dei denti presenta lievi sfumature che vanno dal giallo al grigio e che aumentano d’intensità dal bordo libero al colletto gengivale di ogni singolo dente.

Al contrario di quanto si possa pensare, il colore dei denti non dipende dallo smalto esterno, che è traslucido perché formato da cristalli di idrossiapatite, ma dalla dentina, cioè lo strato interno del dente che tende al giallo. Il colore dei denti, quindi deriva dalla combinazione cromatica tra smalto e dentina e qualsiasi cambiamento, fisiologico o patologico nella struttura di questi elementi, determinerà anche un cambiamento del colore del dente.

Cause della discromia dentale

Le cause delle discromie dentarie possono essere di diversa natura, legate a fattori intrinseci ed estrinseci. Le discromie estrinseche vengono dall’esterno del dente e sono in genere reversibili.

Le discromie dentali di tipo estrinseco sono causate dall’assunzione di particolari cibi e bevande come liquirizia, caffè, vino rosso o alimenti che contengono coloranti artificiali, dall’abitudine al fumo, dalla formazione di placca e tartaro.

Sbiancamento Le discromie intrinseche invece sono macchie situate in profondità, negli strati interni del dente. Possono essere diffuse sull’intera arcata o disposte a macchia. Diversi sono i fattori che possono dare luogo alle discromie intrinseche come alcune malattie congenite, traumi o l’uso di alcuni tipi di farmaci. L’assunzione prolungata di sostanze come il fluoro, le tetracicline (gruppo di antibiotici) e la ciprofloxacina (antibiotico sintetico), può causare modifiche nel colore del dente.

Le tetracicline, se vengono somministrate durante lo sviluppo del dente, possono legarsi alla dentina producendo variazioni di colore che vanno dal giallo/marrone al grigio. Dato che lo sviluppo dei denti inizia già durante la vita intrauterina completandosi intorno agli 8 anni, è sconsigliabile assumere questi farmaci in gravidanza e durante l’infanzia.

Anche il fluoro, di solito dato ai bambini per prevenire la carie, in caso di sovradosaggio può provocare ipomineralizzazione dello smalto che nei casi più lievi si manifesta con la comparsa di piccole macchie bianche mentre in quelli più gravi provoca la comparsa di estese aree dal colore bianco opaco, macchie brune e avvallamenti dello smalto sulla maggior parte della superficie del dente.

Trattamento delle discromie dentali

Dopo un’attenta visita e dopo aver valutato il tipo di discromia dentale (intrinseca o estrinseca) il dentista può sottoporre il paziente al tipo di trattamento adatto al suo caso.

Generalmente per cancellare macchie dei denti prodotte da fattori estrinseci è sufficiente un’accurata pulizia dei denti, mentre per quelle causate da fattori intrinseci è necessario ricorrere allo sbiancamento dentale professionale.

Ricordiamo a questo punto che esistono diverse pratiche per lo sbiancamento dentale fai da te, ma in genere le sconsigliamo, perché possono provocare chiazze sui denti o abrasioni dello smalto nei casi peggiori.

In casi più gravi la giusta soluzione può essere ricorrere all’applicazione di faccette dentali in ceramica, queste sono restauri adesivi minimamente invasivi e ad alta valenza estetica.

Oggi, infatti, grazie all’impiego di materiali come il disilicato di litio, si realizzano corone sottili e resistenti, come le full veneers, che permettono di incapsulare il dente dopo averlo limato pochissimo e in alcuni casi senza rimuovere del tutto lo smalto naturale dei denti.

Metodi per lo sbiancamento

Se si decide di procedere con lo sbiancamento dei denti esistono fondamentalmente due opzioni: sbiancamento dei denti professionale alla poltrona o domiciliare. Entrambe le opzioni di sbiancamento dei denti utilizzano per lo più agenti sbiancanti a base di perossido che deve la sua efficacia alla presenza di ossigeno nella sua composizione chimica.

Lo sbiancamento dei denti professionale alla poltrona può essere effettuato con concentrazioni maggiori di principio attivo in quanto si esegue sotto la supervisione di un dentista che preventivamente isola i tessuti circostanti in maniera adeguata ad evitare fastidiose irritazioni e insulti ai tessuti gengivali e alle mucose.

Generalmente ad un maggior tempo di applicazione del perossido sulla superficie dentale corrisponde un maggior effetto sbiancante.

Mantenere tuttavia per troppo tempo il gel sui denti potrebbe aumentare la penetrazione dei tessuti dentali in direzione della polpa e aumentarne di conseguenza la sensibilità post trattamento.

Un discorso a parte deve essere fatto per i vari kit di sbiancamento reperibili in commercio. Si tratta di prodotti a basse concentrazioni di principio attivo il che li rende efficaci per piccole discromie ma per trattamenti più estesi non riescono ad eguagliare i trattamenti professionali.

In ogni caso è sempre buona norma discutere con il proprio dentista dell’intenzione di procedere ad un trattamento sbiancanteSbiancamento

La seduta di sbiancamento professionale alla poltrona si differenzia dai trattamenti domiciliari per il tempo di applicazione dello sbiancante, nettamente inferiore, e per la concentrazione del principio attivo applicato.

Alla poltrona si utilizzano prodotti concentrati, per cui è sufficiente in genere un’applicazione di una o due sedute di circa 30/40 minuti ognuna. Nel caso di trattamenti domiciliari invece l’applicazione viene distribuita in più volte per qualche ora al giorno a seconda della concentrazione del perossido.

Altra differenza consiste nell’agente sbiancante: alla poltrona si utilizza il perossido di idrogeno al 35% (acqua ossigenata ad alta concentrazione) attivato o meno da luce o laser, nei trattamenti domiciliari a casa viene utilizzato il perossido di carbamide al 10% che si dissocia nei fluidi orali ed è pertanto poco irritante per i tessuti molli e le gengive.

 


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26/Apr/2024

Prevenire è meglio che curare!

L’alitosi è l’odore sgradevole dell’alito.

Alcuni ceppi di batteri in determinate condizioni proliferano ad una velocità anomala decomponendo rapidamente le sostanze proteiche presenti nei residui di cibo, muco e saliva e sprigionando i cosiddetti CVS (composti volatili solforati), responsabili del cattivo odore. La produzione di saliva mantiene il pH della bocca a livelli tali da impedire la proliferazione di batteri, essa scende durante la notte o nei mesi caldi, o a seguito di alterazioni dell’ormone adrenalina, in queste condizioni pertanto, è più facile avere problemi di alitosi.

Per alito cattivo si intende quindi il cattivo odore che molte persone emettono con il respiro ed è una condizione che può colpire tutti, senza distinzione di sesso e di età, ma si è notato una percentuale maggiore di casi in soggetti adulti. Questo problema può provocare un grande senso di disagio per tutte quelle persone che ne sono affette e potrebbe causare anche problemi nel relazionarsi con gli altri con ripercussioni anche psicologiche.

 

Quali sono le cause dell’alito cattivo?

L’origine dell’alitosi è dovuta ad una serie di cause. Nella maggioranza dei casi l’alito cattivo ha origine all’interno della bocca a causa dei residui di cibo che, senza un’adeguata pulizia dei denti, o per la presenza di cavità cariose, si trasformano in placca e tartaro che rendono il nostro alito sgradevole.

Anche numerosi alimenti possono generare l’instaurarsi di questa patologia (aglio, cipolla, alcool, ecc…).

Anche il fumo può generare un alito pesante.

Quando invece la causa non è la bocca, ci sono diverse patologie che possono dare origine all’alitosi:

– Le malattie respiratorie (bronchite, sinusite, ecc…);

– Le malattie delle digestione (reflusso gastroesofageo);

– Le malattie sistemiche (diabete o le disfunzioni renali).

Cosa fare in caso di alitosi?

– Tenere il cavo orale idratato bevendo molta acqua durante la giornata, perché la saliva e l’acqua riescono a combattere diversi batteri che si trovano all’interno della bocca;

– Cercare di mantenere una buona igiene orale, lavando i denti almeno 3 volte al giorno. Quando ci svegliamo, al mattino, abbiamo spesso l’alito cattivo perché durante la notte si ha una riduzione della saliva all’interno della bocca, e quindi è molto importante lavare subito i denti con lo spazzolino e il dentifricio (e magari fare un risciacquo con collutorio per rinfrescare l’alito);

– Utilizzare il filo interdentale spesso (almeno una volta al giorno);

– Usare un dentifricio con fluoro, perché aiuta a combattere la formazione di tartaro e placca, che sono spesso la causa dell’alito pesante;

– Per migliorare la digestione degli alimenti che mangiamo, è consigliato masticare il cibo lentamente;

– Per ridurre l’effetto dell’alitosi, puoi consumare caramelle e gomme (ovviamente senza zucchero) che coprono il cattivo odore e contribuiscono alla produzione di saliva;

– Rivolgersi al dentista di fiducia per un parere che aiuta ad individuare la causa dell’alito cattivo e a proporre l’adeguata terapia.

Cosa non fare in caso di alitosi!

– Non stare a digiuno! Questo può solo aggravare le cose;

– Cercare di evitare l’alcol: le bevande alcoliche possono attivare processi che aumentano l’effetto dell’alitosi;

Mangiare la giusta quantità di cibo durante la giornata perché un’alimentazione scorretta potrebbe interferire nei processi di digestione e aumentare quindi la probabilità di alito cattivo;

– Non eccedere nell’utilizzo di collutori e di disinfettanti perché anche in questo caso potrebbero ridurre il flusso di salivazione nel cavo orale: mantenere una pulizia costante durante la giornata.

Alimentazione: cosa mangiare e cosa non mangiare?

Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante nella battaglia contro l’alito cattivo. Innanzitutto è essenziale bere almeno 2 litri d’acqua durante la giornata perché, oltre a mantenere pulito il cavo orale, l’idratazione aiuta la produzione di saliva, che come abbiamo detto più volte, aiuta a combattere l’alitosi. È consigliato inoltre consumare alimenti come yogurt o alcuni formaggi, perché l’acidità di questi prodotti aiuta la digestione, diminuendo la probabilità di alito cattivo. Anche la verdura cruda è un vero toccasana per l’alito e quindi si consiglia di mangiarla almeno una volta al giorno. Da evitare invece l’aglio e la cipolla. Limitare il consumo di carni rosse e pesce, facendo attenzione al dosaggio di sale e spezie che potrebbero ridurre la salivazione. Infine evitare l’abuso di alimenti fritti o ricchi di grassi.

Quando l’alitosi ha origine in zone del corpo che non sia la bocca è giusto rivolgersi ad un medico specialista (gastroenterologo, internista, otorinolaringoiatra, ecc…).

Prevenzione

Prevenire è meglio che curare! Prima di tutto è molto importante pulire i denti almeno 3 volte al giorno, meglio dopo i pasti, per eliminare i residui di cibo ed evitare la proliferazione di batteri che causano diverse patologie come carie, gengivite o ascessi dentali. Effettuare almeno una volta ogni 6 o 12 mesi una pulizia dei denti professionale dal tuo dentista il quale riuscirà ad eliminare più efficacemente placca e tartaro, che spesso e volentieri sono causa dell’alitosi. Come detto prima, bere molta acqua e utilizzare il filo interdentale per rimuovere i residui che si accumulano nello spazio tra i denti. Infine, cercare di ridurre il più possibile il consumo di sigarette, meglio ancora smettere.

 


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26/Apr/2024

Il dentista moderno: non solo trapano e bisturi.

Nel corso degli ultimi anni la professione odontoiatrica è cambiata e non poco. Basti pensare alla digitalizzazione di alcuni processi di lavoro, allo sviluppo di nuovi materiali sempre più improntati al “minimamente invasivo” e al gusto per l’estetica del viso, nati per incontrare le esigenze di una clientela giovane ma anche meno giovane che vuole …sorridere in libertà.

In questo contesto, è cambiato anche il modo di percepire la sala d’attesa che ha visto crescere di importanza il suo ruolo nella formazione e informazione dei pazienti sempre più desiderosi di conoscere ciò che li aspetta. Questo spazio, un tempo fornito soltanto di riviste, sempre datate, o di qualche libro da colorare per bambini è ora diventato uno spazio dove rilassarsi e informarsi. I colori dominanti erano spesso caldi e l’arredamento era pensato per ricordare un ambiente familiare. In anni più recenti, molti studi si sono attrezzati con televisori divenuti veicolo di messaggi orientati a infondere nei pazienti conoscenze e principi utili a salvaguardare la propria salute orale.

Nel frattempo le stanze si sono sempre più avvicinate al candore, al gioco di luci e di specchi, tipico delle sale d’aspetto delle cliniche moderne. In una struttura del genere, c’è l’esperto di comunicazione che ha il compito di guidare il paziente all’interno di un percorso terapeutico consapevole.

Progettare la sala d’attesa nel modo più congruente all’immagine che vogliamo dare del nostro studio è fondamentale per “parlare di sé ” ai propri pazienti, per trasmettere messaggi e facilitare la conoscenza di tecniche e possibilità terapeutiche altrimenti sconosciute. Ricordiamoci però che per il paziente la migliore sala d’attesa sarà sempre quella dove non dovrà troppo aspettare!


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26/Apr/2024

“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.” H. Ford

La “moderna odontoiatria” si fonda sull’utilizzo di materiali e macchinari di nuova generazione. La vera rivoluzione sta nel renderla accessibile a tutti.

I nostri servizi quindi sono improntati a questa nuova “filosofia”: l’utilizzo del laser, del microscopio, della tecnologia CAD/CAM, Rx tridimensionale ecc… permettono di avere risultati migliori nella terapia a costi più contenuti.

La tecnologia, comunque, da sola non è sufficiente; essa serve per integrare e amplificare le capacità tecniche dell’odontoiatra che pertanto mantiene il ruolo primario nella terapia e resta l’unico punto di riferimento per il paziente.

Il dentista di famiglia, conoscendo la persona, sa in ogni momento quale è la terapia adatta nel caso specifico e quali tecnologie utilizzare.


Il dentista di famiglia si prende cura di te e dei tuoi cari. Protegge il tuo sorriso.
Ti aiuta ad avere più fiducia in te stesso e a vivere con gioia la vita.

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