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Lo sbiancamento e l’importanza del sorriso

19 Settembre 2017 0
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Il colore e la forma dei denti hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione

Il sorriso è una risorsa preziosa, esprime comunicatività e costituisce uno degli elementi fondamentali che influenzano in modo sostanziale la prima impressione che suscitiamo negli altri. Un sorriso sano, denti bianchi e splendenti, rappresentano nella percezione comune non solo il ‘bello’ ma anche il buono stato di salute di chi li sfoggia. Non c’è quindi da stupirsi se il trattamento di sbiancamento dentale sia diventato uno dei trattamenti estetici più diffusi.

I pazienti che ne fanno richiesta lo interpretano come una possibilità in più per rinnovare e ringiovanire la propria immagine, un mezzo per rafforzarla nei confronti delle persone con le quali quotidianamente interagiscono, sia in ambito sociale che lavorativo. All’odontoiatra è affidato il compito di facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, offrendo al paziente una serie di soluzioni e tecniche sempre meno invasive.

A tutt’oggi il colore e la forma dei denti hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione non verbale e da sempre vengono considerati non solo espressione dello stato di salute della persona, ma rispecchiano anche lo stato interiore. Già la civiltà romana aveva il culto dei denti bianchi, tanto che le donne patrizie usavano pulire i denti con tessuti imbevuti di composti  a base di urea.

Recenti e attendibili statistiche riportano che almeno il 50% della popolazione mondiale non è soddisfatto del colore e della forma dei propri denti, problema questo che impegna attualmente tutti gli operatori del settore odontoiatrico. Quotidianamente dentisti, odontotecnici ed igienisti dentali sono impegnati nel far fronte alle continue e pressanti richieste di estetica e cosmetica dei denti. Negli ultimi decenni si sono sviluppate e raffinate tecniche che hanno permesso di integrare e mimetizzare alla perfezione i restauri estetici nel contesto della dentatura, spesso ricreando anche piccoli difetti di forma e di colore per renderli più naturali. Oggi si assiste ad un fenomeno nuovo: la richiesta, in ogni fascia d’età, di denti bianchi sia su restauri artificiali che su denti naturali. Non solo non vengono più accettate le discromie localizzate o generalizzate che siano, ma viene richiesto nei denti l’eccesso del bianco come esaltazione di quell’eccezionale meccanismo di comunicazione che è il sorriso.

Discromie

Il colore dei denti è un fattore individuale e non è mai un bianco deciso, ad esempio come quello della porcellana. Il colore naturale dei denti presenta lievi sfumature che vanno dal giallo al grigio e che aumentano d’intensità dal bordo libero al colletto gengivale di ogni singolo dente.

Al contrario di quanto si possa pensare, il colore dei denti non dipende dallo smalto esterno, che è traslucido perché formato da cristalli di idrossiapatite, ma dalla dentina, cioè lo strato interno del dente che tende al giallo. Il colore dei denti, quindi deriva dalla combinazione cromatica tra smalto e dentina e qualsiasi cambiamento, fisiologico o patologico nella struttura di questi elementi, determinerà anche un cambiamento del colore del dente.

Cause della discromia dentale

Le cause delle discromie dentarie possono essere di diversa natura, legate a fattori intrinseci ed estrinseci. Le discromie estrinseche vengono dall’esterno del dente e sono in genere reversibili.

Le discromie dentali di tipo estrinseco sono causate dall’assunzione di particolari cibi e bevande come liquirizia, caffè, vino rosso o alimenti che contengono coloranti artificiali, dall’abitudine al fumo, dalla formazione di placca e tartaro.

Sbiancamento Le discromie intrinseche invece sono macchie situate in profondità, negli strati interni del dente. Possono essere diffuse sull’intera arcata o disposte a macchia. Diversi sono i fattori che possono dare luogo alle discromie intrinseche come alcune malattie congenite, traumi o l’uso di alcuni tipi di farmaci. L’assunzione prolungata di sostanze come il fluoro, le tetracicline (gruppo di antibiotici) e la ciprofloxacina (antibiotico sintetico), può causare modifiche nel colore del dente.

Le tetracicline, se vengono somministrate durante lo sviluppo del dente, possono legarsi alla dentina producendo variazioni di colore che vanno dal giallo/marrone al grigio. Dato che lo sviluppo dei denti inizia già durante la vita intrauterina completandosi intorno agli 8 anni, è sconsigliabile assumere questi farmaci in gravidanza e durante l’infanzia.

Anche il fluoro, di solito dato ai bambini per prevenire la carie, in caso di sovradosaggio può provocare ipomineralizzazione dello smalto che nei casi più lievi si manifesta con la comparsa di piccole macchie bianche mentre in quelli più gravi provoca la comparsa di estese aree dal colore bianco opaco, macchie brune e avvallamenti dello smalto sulla maggior parte della superficie del dente.

Trattamento delle discromie dentali

Dopo un’attenta visita e dopo aver valutato il tipo di discromia dentale (intrinseca o estrinseca) il dentista può sottoporre il paziente al tipo di trattamento adatto al suo caso.

Generalmente per cancellare macchie dei denti prodotte da fattori estrinseci è sufficiente un’accurata pulizia dei denti, mentre per quelle causate da fattori intrinseci è necessario ricorrere allo sbiancamento dentale professionale.

Ricordiamo a questo punto che esistono diverse pratiche per lo sbiancamento dentale fai da te, ma in genere le sconsigliamo, perché possono provocare chiazze sui denti o abrasioni dello smalto nei casi peggiori.

In casi più gravi la giusta soluzione può essere ricorrere all’applicazione di faccette dentali in ceramica, queste sono restauri adesivi minimamente invasivi e ad alta valenza estetica.

Oggi, infatti, grazie all’impiego di materiali come il disilicato di litio, si realizzano corone sottili e resistenti, come le full veneers, che permettono di incapsulare il dente dopo averlo limato pochissimo e in alcuni casi senza rimuovere del tutto lo smalto naturale dei denti.

Metodi per lo sbiancamento

Se si decide di procedere con lo sbiancamento dei denti esistono fondamentalmente due opzioni: sbiancamento dei denti professionale alla poltrona o domiciliare. Entrambe le opzioni di sbiancamento dei denti utilizzano per lo più agenti sbiancanti a base di perossido che deve la sua efficacia alla presenza di ossigeno nella sua composizione chimica.

Lo sbiancamento dei denti professionale alla poltrona può essere effettuato con concentrazioni maggiori di principio attivo in quanto si esegue sotto la supervisione di un dentista che preventivamente isola i tessuti circostanti in maniera adeguata ad evitare fastidiose irritazioni e insulti ai tessuti gengivali e alle mucose.

Generalmente ad un maggior tempo di applicazione del perossido sulla superficie dentale corrisponde un maggior effetto sbiancante.

Mantenere tuttavia per troppo tempo il gel sui denti potrebbe aumentare la penetrazione dei tessuti dentali in direzione della polpa e aumentarne di conseguenza la sensibilità post trattamento.

Un discorso a parte deve essere fatto per i vari kit di sbiancamento reperibili in commercio. Si tratta di prodotti a basse concentrazioni di principio attivo il che li rende efficaci per piccole discromie ma per trattamenti più estesi non riescono ad eguagliare i trattamenti professionali.

In ogni caso è sempre buona norma discutere con il proprio dentista dell’intenzione di procedere ad un trattamento sbiancanteSbiancamento

La seduta di sbiancamento professionale alla poltrona si differenzia dai trattamenti domiciliari per il tempo di applicazione dello sbiancante, nettamente inferiore, e per la concentrazione del principio attivo applicato.

Alla poltrona si utilizzano prodotti concentrati, per cui è sufficiente in genere un’applicazione di una o due sedute di circa 30/40 minuti ognuna. Nel caso di trattamenti domiciliari invece l’applicazione viene distribuita in più volte per qualche ora al giorno a seconda della concentrazione del perossido.

Altra differenza consiste nell’agente sbiancante: alla poltrona si utilizza il perossido di idrogeno al 35% (acqua ossigenata ad alta concentrazione) attivato o meno da luce o laser, nei trattamenti domiciliari a casa viene utilizzato il perossido di carbamide al 10% che si dissocia nei fluidi orali ed è pertanto poco irritante per i tessuti molli e le gengive.

 

Massimo Uccioli


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